25 Gen 2021 Circa una volta alla settimana
Ritengo di aver sviluppato l’arte della fuga ormai ai suoi massimi livelli.
Orecchie sempre ritte e all’erta, saltello silenzioso e rapidissimo dalla sicurezza di un cespuglio all’ombra di un roveto.
Chi gettasse casualmente lo sguardo sul tratto di arido terreno aperto tra le due macchie avrebbe appena l’impressione, fugace, di cogliere uno sfocato balenio di peli, che liquiderebbe come un’allucinazione dovuta al caldo o al troppo caffè.
Ogni tanto però vengo braccato. Pescato al volo da un fulmineo retino. Indosso allora rapido la maschera adatta alle circostanze, e inizio a rosicchiare le corde.
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