19 Gen 2023 Caffè Nero, Divano Bianco
Quella partita del ’43. Gioca l’Inter, contro chi non si sa ne’ ha importanza, siamo sull’otto pari all’ottantanovesimo e l’arbitro fischia un rigore per noi. Capello sceglie Crespo che batte rasoterra alla sinistra del portiere spiazzato buttatosi alla sua destra con flessibile ed atletica impotenza e mi domando perché mi viene in mente proprio questo proprio ora seduto sul grande divano bianco del soggiorno. Non ricordavo questa stanza fosse così luminosa, la grande finestra sulla destra, i vasi colorati nel centro, il piccolo buio corridoio che fugge via, giù a sinistra. Vengo interrotto dal ghigno lieve di una giovane donna che ride per qualcosa di sciocco e da un caffè nero che si slancia e trabocca dalla sua piccola tazza bianca macchiando il divano. Mio padre appoggia la tazza tra i vasi e questa gagliarda in men che non si dica paf sparita si nasconde con grande abilità. Aveva sempre sussurrato di voler fare il vaso da grande. Dal canto suo mio padre cerca confuso il suo caffè, ma viene distratto da un pacco in arrivo con tempismo impeccabile, quasi da sogno. Godetevi la focaccia, firmato Toulouse-Lautrec. Ne addenta metà mentre lo guardo confuso, l’altra metà la teniamo per mamma.
No Comments