Foglia

Foglia

Perfetta.

Ora, accartocciata come una piccola foglia su questo tavolo, i capelli morbide onde sul legno, la testa poggiata sulla sciarpa, il collo delizioso con angolo impeccabile, gli occhi chiusi in dolce riposo, forse messa da parte per pochi minuti la sofferenza della giornata.

T’alzi d’improvviso.

Commento, qualche mese dopo

Queste righe, ispirate a una storia vera, mi sono tornate in mente leggendo Penguin Higway di Tomihiko Morimi.

Le uniche cose che sentivo erano il rumore della pioggia che cadeva fuori dalla veranda e il suo respiro lieve mentre dormiva. Aveva gli occhi e le labbra perfettamente chiusi, e riposava in modo molto composto. Era agli antipodi rispetto a mia sorella, che dorme grugnendo.

Mentre studiavo il suo viso mi affioravano alla mente alcune domande. “Perché il suo viso ha questa forma? Chi l’ha deciso?” Ovviamente sapevo che sono i geni a stabilire la forma del viso, però non era quello che volevo veramente sapere. Ciò che volevo veramente spere era: “Perché, quando fisso il suo volto, mi sento felice?”. E poi: “Perché il suo viso è stato costruito dai geni, perfetto in tutto e per tutto, ed è qui in questo preciso momento?”.

Provai a scrivere quelle stranezze sul quaderno, ma era la prima volta che provavo certe emozioni da quando avevo iniziato a scrivere sul quaderno, per cui non riuscii a esprimerle. Alla fine scrissi solo una piccola nota che diceva: “il suo viso, felicità, geni, perfetto”.

TheDuck

Un papero in una bottiglia. Come ci è finito? Come può uscirne? La risposta gli resta straordinaria e misteriosa. A volte la intuisce, non sempre. Raramente la mette in atto, ma che gioia, che gioia quando accade! E che soffocamento rientrare nella bottiglia. /// A duck in a bottle. How did he get in there? How to get out? The answer remains mysterious and wonderful. Sometimes he grasps it, but not always; sometimes he does it, and what joy when it happens! And how suffocating to get back in.

No Comments

Post A Comment