25 Nov 2019 Un Angelo senza ali vola nel Tempo
Ho sempre scritto di me dal fondo di una pressa per rifiuti, di quelle con le pareti mobili che inesorabili si avvicinano l’una all’altra, senza lasciare scampo ne’ osso al malcapitato che dovesse venire a trovarsi tra di esse – nella fattispecie il sottoscritto.
Probabilmente ho visto Star Wars troppe volte.
Oggi, no. Oggi no, oggi voglio parlare dalla cima di un grattacielo. Alla banalità della strada non sono ancora pronto, scusate.
Fa freddo quassù. Ma le stelle non sono male. Posso parlare a tempo perso, ho una buona giacca.
Un Angelo nero piange di fronte a me. Da dove è venuto? Che lingua parla? Perché non ha più le ali, che riesca a volare anche senza?
Provo a domandarglielo.
How, she asks. In which sense.
You’re the Angel, you should know.
Yes I told you, I can fly also without wings. But if I had my wings it would be easier.
I think I hate time, the Angel says.
Perché.
People change and forget.
Don’t you?
Not me.
That’s terrible. Memory can be terrible and dangerous.
I remember everything about people. And regenerate moments, how I felt, what happened.
Isn’t it better to live new moments, domando all’Angelo.
Yes but what if the new ones are like the old ones?
Then you have new memories.
But I don’t want sad memories.
That’s why memory is terrible and dangerous.
Luckily it’s also wonderful, mi sento dire all’angelo. For example I can remember that night when I met an angel.
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